di Luigi Adriano Tonizzo
Il Partito Democratico ha un nuovo segretario (o meglio, segretaria) e questa è la notizia.
Elly Schlein ha vinto le primarie ribaltando il favore dei pronostici, convincendo (anche) una cospicua parte di giovani che vedono in lei un’immagine di cambiamento e forte progressismo.
Ma bisogna fare un passo indietro per comprendere come questa vittoria abbia tanto a che fare con l’ambiente quanto con la guerra in Ucraina (e di quanto i due aspetti siano strettamente connessi). Lo facciamo partendo dai dati settimanali rilevati da SWG.
La direttiva approvata in Parlamento europeo che dal 2035 consentirà la messa in commercio esclusivamente di auto elettriche, trova un consenso maggioritario tra i giovani (mentre non è ben vista dall’intero campione).
Questa sostanziale differenza può essere facilmente spiegata dall’attenzione che le nuove generazioni pongono al clima e a tutto ciò che ne consegue.
Dovremmo però provare a fare un ragionamento più profondo.
Per essere in grado concretamente di portare a termine la transizione ecologica è necessario occuparsi seriamente di geopolitica. Le auto elettriche, d’altronde, sono una preziosa dimostrazione di ciò, tra il dominio cinese nel campo di chip e batterie e la necessità di trovare fonti alternative di rifornimento energetico.
E occuparsi di geopolitica, oggi più che mai, significa prendere una posizione chiara e netta sul tema che domina i rapporti internazionali: l’invasione dell’Ucraina.
Un sostegno tout court al fianco della NATO, dell’UE e dell’Ucraina (con invio di armamenti annesso) vuol dire rafforzare la rete tra democrazie alla ricerca di soluzioni alternative anche in campo ambientale.
Questa condizione, d’altronde, trova conferma nelle scelte dei partiti socialdemocratici europei (gli stessi che hanno sostenuto la direttiva di cui sopra): Finlandia, Spagna, Norvegia e Danimarca (anche a costo di perdere la quota più a sinistra del loro elettorato) sono solo alcuni esempi di chi ha adottato fin da subito un atteggiamento inequivocabile in tal senso. E questa scelta è anche figlia di tale consapevolezza.
In questo contesto si inserisce dunque la nuova segretaria del PD.
Le quantomeno ambigue dichiarazioni sul tema Ucraina durante la “campagna elettorale” la posizionano di fatto fuori da questo schieramento politico, con aperture verso un populismo molto vicino a quello Pentastellato.
Insomma, i giovani hanno votato mettendo (più o meno consapevolmente) al primo posto le auto elettriche, e solo dopo l’Ucraina. Ora l’unica speranza è che Elly Schlein cambi idea.