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Internet fa di tutto per piacere al suo pubblico, la televisione no

di Luigi Adriano Tonizzo

Dal 45,3% al 31,1% in quattro anni (2017-2021).
Tanta è la perdita dell’incidenza dei ricavi pubblicitari del mezzo televisivo sul totale rilevata dalla relazione annuale 2022 dell’AGCOM. Numeri ancora più preoccupanti se li si confronta con internet: nello stesso periodo dal 30,2% al 54,2% dell’incidenza.

E il sondaggio settimanale di SWG ci racconta qualcosa in più su queste cifre, offrendoci un quadro piuttosto inequivocabile.

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Quali aspetti della pubblicità infastidiscono gli adulti? La risposta è presto detta: tutto ciò che il mezzo televisivo (che ha proprio questi soggetti come target prioritario) offre. Ripetitività delle inserzioni, frequenza e intromissione, che tu lo voglia o meno dalla tv non si scappa (a meno che non si scelga di cambiare faticosamente canale).
 
Al contrario i giovani vogliono avere la possibilità di evitare questa o quella inserzione, che in ogni modo deve essere di breve durata (in linea con i contenuti fast tipici della Gen Z). E, guarda caso, sono tutte caratteristiche che internet (YouTube ad esempio) offre, oltre a proporre spot decisamente più targettizzati (grazie algoritmo!).
 
Laddove il web prende i suoi utenti e li coccola, la tv ce la metta tutta per farsi detestare. E così facendo è piuttosto difficile pensare che questo trend possa invertirsi da un momento all’altro.